
4 DIFFERENZE FRA UOMINI E DONNE AL LAVORO!
Ciao e Bentornato a Lavorare col Sorriso!
Oggi ti parlo di almeno 4 differenze fra uomini e donne al lavoro che rendono la comunicazione fra i due sessi più difficoltosa.
Non è una novità che da secoli ci sia un tentativo reciproco di comprendersi, in ufficio come fuori, con scarsi risultati, a volte.
Gli scarsi risultati sono legati principalmente al fatto che le aspettative di un uomo sono diverse da quelle di una donna, e che entrambi filtrino il mondo con occhi molto diversi.
I significati attribuiti nel mondo maschile divergono da quelli attribuiti dal genere femminile, a parità di situazione, e questo genera infiniti fraintendimenti, delusioni e molto stress.
Nei miei precedenti articoli “Differenze fra uomini e donne: capirle ti aiuta” e “L’empatia è uomo o donna?” ho già iniziato a parlarti di quali siano alcune differenze fra uomini e donne sul lavoro, e quindi oggi continuo sempre ispirandomi liberamente al libro di Jhon Gray “How to get what you want in the workplace” (link affiliazione).
1 – Differenze fra uomini e donne al lavoro – potere vs. relazioni
Gli uomini danno importanza al potere, alla competenza, all’efficienza e ai risultati, elementi dai quali dipende la definizione del loro senso di sé stessi, incrementato attraverso il superamento di sfide e il raggiungimento di obiettivi.
La paura più recondita (e spesso inconscia) di un uomo è quella di non essere all’altezza e non sentirsi necessari.
Gli uomini sono più interessati a cose ed oggetti, meno a sentimenti e persone.
Le donne considerano importanti i rapporti interpersonali, l’armonia nelle relazioni e nella comunicazione.
Per tradizione culturale radicata nei secoli, le donne traggono il loro senso di sè in base a quanto riescono a sentirsi utili e contribuire al benessere altrui.
Atteggiamento questo, peraltro, che sconfina molto spesso nella famosa “sindrome della Croce rossa” con cui ancora oggi, molte donne, finiscono per annullare/avvilire/disintegrare completamente se stesse in campo lavorativo pur di compiacere il capo/collega di turno e in campo sentimentale per “salvare” l’uomo difficile di turno.
Non a caso, la paura recondita (spesso inconscia) delle donne è quella di non sentirsi apprezzate, riconosciute e di sentirsi rifiutate, anche quando sono donne affermatissime e di successo.
2 – Differenze fra uomini e donne al lavoro – autonomia vs. sostegno
Gli uomini incrementano il senso della loro efficacia nel fare le cose da soli e in autonomia senza chiedere consiglio.
Chiedere consiglio è inteso come segno di debolezza.
Le donne invece tendono a fornire consigli non richiesti per fornire supporto, che dagli uomini sono interpretati come “tu non mi ritieni capace di fare queste cose da solo”.
3 – Differenze fra uomini e donne al lavoro – soluzione vs. comprensione
Di fronte ai problemi, gli uomini cercano soluzioni rivolgendosi a persone che stimano, solo quando non riescono a trovarle da soli.
Partendo da questo presupposto, quando una donna esprime un suo problema, l’uomo tende a leggerlo (misurandosi con il suo metro) come una richiesta di aiuto/soluzione mentre per la donna la finalità è “sfogare le sue emozioni”, ottenere ascolto, comprensione e sostegno emotivo.
4 – Differenze fra uomini e donne al lavoro – status quo vs. miglioramento continuo
Le donne sono convinte che una cosa che funziona possa funzionare ancora meglio e si prodigano per questo.
Gli uomini al contrario, se una cosa funzione preferiscono non interessarsi a come migliorarla ulteriormente difendendo lo status quo.
Istintivamente preferiscono non interferire su ciò che già funziona.
Siamo nel 2017. Sono passati millenni da quando uomini e donne hanno iniziato a popolare la terra, ma , malgrado ciò, credo che facendo mente locale alle nostre cerchie di persone vicine, che si tratti di colleghi/e, amici/amiche, o partners, buona parte di queste differenze esista ancora e sia ancora molto radicata, sebbene ovviamente poi nello specifico, sia uomini che donne possano rispecchiare queste caratteristiche in modo più o meno spinto.
L’evoluzione culturale che è avvenuta negli anni, l’incremento del livello di istruzione, ancora non sono stati sufficienti ad abbattere queste barriere e a favorire uno scambio più fluido fra uomini e donne, sul lavoro come in altri settori della vita.
Da un lato la difficoltà maschile nello sviluppare un miglior rapporto con le emozioni, (lasciando vivere la loro parte più “femminile” che comunque esiste) senza per questo considerarsi deboli, uscendo dallo stereotipo dell’ uomo che non deve chiedere mai.
Dall’ altro la difficoltà femminile di concepire la propria realizzazione in se stesse più che nel bisogno di attribuirsi un valore in funzione di una qualche buona relazione che sia di lavoro, o affettiva, nella quale sentirsi indispensabile (lasciando vivere la loro parte più maschile).
Come incontrarsi a metà strada dunque? Con un pò di empatia …
Per le donne:
a) è bene evitare di dare consigli a capi e colleghi quando non sono espressamente richiesti, soprattutto davanti a più persone, in quanto questo atteggiamento mina il senso della loro auto-efficacia;
b) è bene lasciare che un capo/collega si “ritiri in se stesso” per trovare una soluzione ai suoi problemi, senza sentirsi per questo svilite e non ascoltate. Un uomo si ritira in se stesso per alleviare il suo stress, non perché rifiuta l’aiuto o il supporto di una donna.
c) è bene imparare a riconoscere ed esprimere un bisogno, senza entrare nel biasimo e nella critica: una cosa è dire al proprio capo/collega “tu non mi ascolti mai!” altra cosa e di ben diversa efficacia è dire “ho bisogno di parlarti/esporti una idea, quando mi dedichi un po’ del tuo tempo?”
Per gli uomini:
a) è bene capire l’importanza che ha la bontà delle relazioni in ufficio per una donna;
b) è bene saperla ascoltare quando una donna si lamenta di una situazione senza andare dritti al fornire una soluzione: la soluzione spesso una donna la sa ottenere da sola. Quello che le preme è sentirsi supportata emotivamente;
c) è bene capire che manifestare le proprie difficoltà nell’affrontare un problema non è vissuto da una donna come sintomo di debolezza o di “non essere all’altezza” ma anzi, di vicinanza emotiva;
d) è bene smetterla di interpretare i consigli non richiesti di una donna o le sue proposte di miglioramento nel fare alcune cose, come una forma di “svilimento” delle proprie capacità, ma come volontà di fornire supporto, comprensione e miglioramento continuo.
Riepilogando, oggi ti ho parlato di 4 differenze fra uomini e donne al lavoro che sono superabili da entrambe le parti sviluppando maggiore empatia nella comprensione delle reciproche differenze.
Se rifletti sui tuoi rapporti lavorativi quotidiani, rivedi qualcuna di queste dinamiche?
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Grazie
Federica Crudeli
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Buongiorno, Federica, semplicemente volevo farle una domanda in relazione al fatto che una donna, per raggiungere i propri obiettivi lavorativi (in ogni ambito), debba affrontare difficoltà superiori a quelle di un uomo; le spiego rapidamente la premessa; faccio parte di un gruppo di lettura nel mio paese, composto totalmente da donne, e nell’ultimo appuntamento si è commentato il libro biografico della astronauta Samantha Cristoforetti; durante la conversazione si è parlato della condizione lavorativa della donna, in genere, e io (uomo) mi sono permesso di dire, perché profondamente convinto, che, a mio parere, non voglio pensare che possa esistere una discriminazione così grande da far pensare che una donna venga boicottata nel raggiungimento dei propri obiettivi solo in quanto donna; si è scatenato l’inferno! tutte le mie compagne a darmi del pazzo perché questa condizione è sempre esistita, e mi hanno chiesto se stavo dicendo sul serio o fosse una battuta! il mio messaggio era, in realtà, quello di far capire che non esistendo più pregiudizi così marcati come, sicuramente, in passato, l’obiettivo raggiunto dalla Cristoforetti, ma anche da altre donne importanti, vale certamente di più, perché raggiunto a pari condizioni pur essendo donne. vorrei tanto avere una sua opinione, dottoressa, grazie mille.
Gentile Luciano, grazie per il commento. Il tema è ampio e complesso e vorrei evitare di banalizzarlo. Nel contempo le posso dire che da una ricerca “seria” del 2014 (che adesso non ho con me, altrimenti le allegherei il link), risultava che a parità di ruolo, età e tipo di responsabilità, le donne sono pagate un 15-20% in meno. Penso e rilevo che nel mondo del lavoro si siano fatti enormi passi avanti per le donne, ma a volte mi trovo a riscontrare come in effetti dietro a parole “politically correct” spesso si nascondano comportamenti del tutto opposti. Vero è anche che nel 2019 andai ad un incontro per imprenditori e su circa 1000 presenti le donne erano a malapena 20 o 30. Il che mi fa pensare che per prime le donne siano ancora poco interessate a carriere lavorative di un certo tipo. Il campione che ho visto non è sicuramente statisticamente rappresentativo, ma credo che rifletta la realtà: basti pensare che se c’è necessità di parlare di quote rosa anche a livello legislativo è perchè la tendenza per ruoli “top” è prevalentemente “riservata” agli uomini. Parlando della mia esperienza personale, ho incontrato sia uomini aperti di mentalità, sia uomini inclini ad entrare in una specie di competizione o a porsi in una posizione di “supremazia” per il solo fatto di essere uomini, a cui era necessario “dimostrare”, faticando il triplo, di essere persona capace ed in gamba. Nulla di detto esplicitamente, ma nei fatti l’atteggiamento era quello. Così come ho notato che spesso, donne “in carriera” per guadagnarsi e poi mantenere il ruolo, tendono ad assumere comportamenti maschili sminuendo le loro peculiarità (e anche necessità) di donne, cosa che non trovo giusta.
Penso anche che sia innegabile il cambiamento del ruolo della donna nella società (non sempre necessariamente in meglio) e che sia stato talmente tanto repentino rispetto ad una società patriarcale in piedi da anni, che l’uomo in generale ancora non sia riuscito ad assorbire, accettare e gestire questo tipo di mutamento sociale e relazionale. Sono fiduciosa per il futuro. Le reciproche differenze fra uomini e donne sono, se comprese e accettate, un indiscutibile arricchimento per entrambi (non solo nel lavoro ma anche nella vita famigliare).
Mi auguro che la mia opinione risponda in qualche modo alla sua domanda.
Per quanto riguarda le donne che l’hanno aggredita, beh, forse fanno parte di coloro che per affermare il loro ruolo, sentono la necessità di tirare fuori le unghie e i denti.
Forse sarebbe stato sufficiente darle la possibilità di esprimere meglio la sua opinione. Pur essendo io stessa donna, non condivido molto da entrambe le parti, toni che chiudono al dialogo e comprensione reciproca. Buona serata
Grazie Federica per questo tuo nuovo interessante articolo. Ne ho tratto alcuni spunti di riflessione e proverò a cambiare il mio atteggiamento verso le mie colleghe per seguire i tuoi consigli e vedremo che succede.
Da uomo posso confermare quello che hai scritto, anche se col tempo – sarà l’età? – ho cominciato a sviluppare alcune tendenze tipicamente femminili. Un piccolo appunto, da uomo:
> Gli uomini danno importanza al potere, alla competenza
Non sempre al potere, perché non tutti gli uomini aspirano a diventare top manager, e nemmeno manager, ma sono soddisfatti del proprio ruolo. Ma tutti gli uomini danno importanza alla gerarchia, acnhe quando la sfidano.
Alla competenza? Senz’altro, infatti distiguiamo fra capo autorevole e capo autoritario.
Buon lavoro a tutti.
Almeno, questa è la mia esperienza personale, che può facilmente discostarsi dalla media.
Raffaele grazie del commento.
Per quanto riguarda il discorso sul “potere” certo che non tutti gli uomini ambiscono a quello strettamente riferito alla “carriera”.
Quanto ho scritto nel post è una generalizzazione che riporta un dato mediamente diffuso, poi esistono sicuramente migliaia di sfumature che connotano diversamente ogni uomo. Inoltre per potere non intendo necessariamente quello legata alla carriera, ma al potere inteso come “capacità di influenzare qualcuno”.
Grazie