
L’ANSIA DA PRESTAZIONE LAVORATIVA TI DIVORA? DIVORALA TU IN 5 BOCCONI!
Ciao e Benvenuto a Lavorare col Sorriso!
A proposito di stress lavorativo, sei un frequentatore assiduo di ansia da prestazione lavorativa, al punto che troppo spesso, te ne senti divorato? Divorala tu e scopri come farlo adesso in 5 bocconi!
“ Solo gli insicuri cercano la sicurezza” – cit. W. Dayer“
Intanto…cos’ è l’ansia da prestazione lavorativa?
Da vocabolario l’ansia è una affannosa agitazione interiore provocata da bramosia o da incertezza, dal verbo latino “ango” – stringere, soffocare.
L’ansia è infatti, di solito, accompagnata al respiro affannoso, uno stato di pensieri vorticosi , talvolta paralizzanti, e ha a che vedere con quello che deve ancora accadere: ossia è uno stato d’animo, mentale ed emotivo, rivolto al futuro, che ti blocca nel presente.
La paura di quello che sarà, non sarà, o potrà essere. La paura dell’incertezza. Se poi è ansia da prestazione lavorativa, è legata al tuo bisogno di essere perfetto lavorativamente parlando.
Boccone n° 1 – L’incertezza
L’incertezza. Questa bruttissima bestia.
Come vivresti bene se per ogni cosa che pensi e fai avessi la certezza matematica di poter prevedere con esattezza millesimale quello che accadrà ottenendo risultati e obiettivi certi, eliminando quella terribile ansia da prestazione lavorativa!
Mai nessun intoppo. Mai imprevisti. Tutto calcolato. Serenità a tutto spiano. Tutto prevedibile, uguale, fisso, immobile.
Mi annoio solo a scriverlo.
La certezza è un veleno. Per te. Per tutti. Eppure, viviamo aggrappati alla necessità di averne tante.
La ricerca della certezza o il tentativo (malsano) di eliminare l’incertezza dalla nostra vita, ha a che fare con l’enorme sforzo profuso a controllare qualcosa di incontrollabile: le reazioni degli altri, il mondo “là fuori”.
Doverosa premessa consolatoria: anche io per anni mi sono ostinata nel tentare di controllare tutto quanto fosse fuori da me, fino a quando, un giorno, illuminata dall’aver preso coscienza di quanto nulla la mia ansia da prestazione lavorativa abbia potuto su certi accadimenti, mi sono domandata: perchè non fare il contrario, e smetterla? Vediamo se accade qualcosa.
L’arrendermi all’evidenza contraria (non c’è verso di controllare nulla ma proprio nulla di esterno alla mia/tua persona) mi ha reso la vita più semplice.
Mi accade ancora di cadere nel tranello dell’ansia da prestazione lavorativa, ma sempre meno frequentemente, grazie all’attenzione che pongo sul gestire questo aspetto.
Ti sarà accaduto nella vita immagino, di passare del tempo a farti dei film mentali ipotizzando ennemila scenari fantastici in base ai quali alcune cose che ti pre-figuravi come fatti desiderabili sarebbero potuti accadere.
Ebbene, hai mai provato quell’avvilimento totale del fare i conti con il fatto che se ne avevi pensate 100, ti è successa proprio la 101esima? L’unica possibilità che non avevi contemplato?
Eppure avevi assoldato registi, sceneggiatori, costumisti, fattucchiere con le palle di cristallo … tutto in grande stile.
Ma la realtà non ne ha voluto sapere: ha superato la tua fantasia.
Tu non puoi controllare la realtà esterna (di situazioni, cose, persone): arrenditi all’evidenza e fattene una ragione.
Allora, dirai, visto che tanto non posso controllare niente, che senso ha fare progetti, avere obiettivi etc..?
Bocciato!!! Avere mete, obiettivi, scopi, progetti è sano. Ti guida e ti dà la giusta tensione energetica interna per tendere verso qualcosa di buono per te. Volerli realizzare con la pretesa che il cammino nel mezzo sarà privo di ostacoli, o demoralizzarsi eccessivamente se li si incontra, o restare immobilizzati nella paura, è folle.
Eppure riflettici: in questa società è considerato normale chi si pre-occupa (occupa prima di..), di tutto.
Più uno si pre-occupa, più appare come una persona coscienziosa e di buon cuore perché si interessa affinchè ogni cosa vada bene.
È invece considerato “anormale”, scellerato, incosciente, chi vive sereno e non mostra alcuna sorta di preoccupazione o paura per alcuna cosa futura, incerta e al di fuori del suo controllo (raro incontrarne di persone così).
Ribadisco: nessuno dei tuoi pensieri ansiolitici cambierà una virgola di quella che sarà la realtà futura.
Boccone n° 2 – La perfezione
La preoccupazione per il futuro e l’incertezza, quindi l’ansia sul lavoro, unita al concetto di prestazione, che per essere ansiolitica significa che tende alla perfezione, sono una bomba.
Tu stai in ansia da prestazione lavorativa perché hai una qualche paura, o timore, circa l’ottima/buona riuscita di una attività: fare bene una attività, organizzarla al meglio, consegnarla nei tempi, condurre una riunione perfettamente, esporre una nuova idea in modo irresistibile, affrontare un diverbio con un capo o collega con successo e così via.
Ti è mai successo di fare ad esempio una presentazione per un progetto, al meglio delle tue possibilità, accurata sotto tutti i punti di vista: grafico, di contenuto, nei tempi di esposizione? Insomma, di averci messo l’anima?
Ecco. Ti è mai successo di presentarla a qualcuno, capo, o collega, che alla prima parola della prima slide ti fa notare un errore ortografico o un totale numerico sbagliato?
Tu cosa fai? Inizi subito a darti addosso con la tua vocina interiore, perdendo magari di vista che hai fatto bene le restanti 25 slide, senza errori di sorta?
Oppure ti è mai successo che il tuo capo ti faccia cambiare dei contenuti di quello che hai fatto perché così come tu li hai esposti, a lui non vanno bene, o per lui non sono funzionali al messaggio che vuole far passare?
Partendo dal presupposto che è atteggiamento predominante nella nostra cultura notare quello che non va, e non lodare invece quello che funziona, dove sta il problema reale di questo atteggiamento?
La realtà è che fare le cose che hai da fare al meglio, è l’unica cosa sensata che dovrebbe interessarti.
Dopodichè, la valutazione o il giudizio altrui, sono, appunto, valutazione e giudizio altrui, sul quale non solo non hai controllo, ma che sono funzione di uno sguardo sul mondo diverso dal tuo: magari per il tuo collega o capo, la perfezione rispetto a quello stesso oggetto, è un’altra cosa.
Quindi la tua ansia da prestazione lavorativa, rispetto a quale concetto di perfezione la valuti?
Se è il tuo e hai fatto del tuo meglio, è inutile preoccuparsi, hai fatto quanto potevi.
Se invece speri nella perfezione secondo gli occhi di chi guarda e valuta, significa che in teoria dovresti conoscere a menadito i modelli di perfezione di tutta l’umanità per non sbagliare mai un colpo. Ti sembra sensato?
Ora è bene che tu faccia mente locale a tutte le cose che fai nella vita, lavorativa e non, e che ti ponga questa domanda: ogni volta che faccio qualcosa, il criterio con cui la valuto, è mio, interno a me, o esterno?
Ossia, ho dei criteri in base ai quali, durante e al termine della cosa che sto facendo, sento di averla fatta al meglio?
Se tendi a valutarti in funzione di un criterio esterno a te, sei fritto, vivrai sempre in un continuo stato di ansia da prestazione.
La stessa cosa vale quando i film mentali che ti fai sono negativi: se temi che accada qualcosa di sgradevole, quanto volte poi effettivamente ti sono successe le cose in modo così disastroso come le avevi pensate?
La cosa divertente è che noi umani abbiamo questa malsana inclinazione a pensare che, pre-figurandoci gli scenari peggiori, in qualche modo ci preserviamo dall’illusione infranta qualora le cose non vadano bene.
In realtà non solo ci avveleniamo il corpo (perché certi pensieri stimolano la produzione di sostanze tossiche nell’organismo) ma magari creiamo noi stessi i presupposti affinchè le cose vadano effettivamente male.
E comunque, anche male che vadano le cose, ti invito a pensare a quante volte sono andate nel modo peggiore e cosa voleva dire questo “modo peggiore”.
Hai mai sentito di lavoratori lapidati per un errore in una presentazione, oppure licenziati per aver commesso un errore?
O comunque, il fatto di commettere errori, lo vivi come “un fallimento personale”?
Senti intaccato il valore della tua persona per una cosa che non è andata come volevi in una situazione e in un dato momento, generalizzandola a tutto il tuo essere?
Non ti sembra di esagerare un po’ con le catastrofi?
Eventuali errori lavorativi, possono in realtà costituire uno stimolo a fare meglio la prossima volta, o a migliorarti rispetto alle tue aspettative o rispetto a quello che tu valuti poter essere “il massimo che puoi dare”.
Boccone n° 3 – Respira!
Compreso che voler controllare tutto e ambire alla perfezione nel fare tutto (esterno da te) è una auto-tortura che ti infliggi, quale può essere una soluzione pronto uso quando ti senti salire l’ansia sul lavoro?
Respirare… in modo corretto!!!
L’ansia da prestazione lavorativa è accompagnata dal respiro affannoso e corto, facci caso. Quando sei in ansia sul lavoro, come respiri? Male, spesso con la parte alta del petto!
Quindi quando ti senti così, usa il diaframma per respirare, quello che usano i bambini, e che usano gli adulti, ma solo se e quando dormono bene: inspira l’aria dal naso arrivando a gonfiare l’addome a livello dell’ombelico come se volessi portarci un palloncino. Poi espira l’aria svuotandoti a partire sempre dalla pancia.
Il respiro calma l’ansia da prestazione lavorativa e i pensieri associati.
Per assicurarti che questa operazione ti riesca bene mettiti una mano sulla pancia altezza ombelico e assicurati che nell’ispirare, tutta l’aria confluisca in quella zona, e nell’espirare tutta l’aria defluisca a partire da quella zona.
Puoi farlo ovunque, anche chiuso nel bagno per 5 minuti.
Per inciso, questo modo di placare il pensiero lo puoi applicare sempre, anche ad esempio quando sei in riunione fermo immobile e non puoi fare altro che ascoltare.
Più ti eserciti a respirare così, più calmi la mente, più irrori il tuo organismo di ossigeno, e allo stesso tempo consenti al respiro di massaggiare i tuoi organi interni e i muscoli.
Peraltro la tecnica di portare la concentrazione sul respiro profondo e diaframmatico ogni qual volta tu ne abbia bisogno, farà diminuire nel tempo la creazione di questi pensieri ossessivi rivolti al futuro, diminuendo la tua ansia da prestazione lavorativa. Penserai sempre meno, se non per quanto è necessario a fare cose nel tempo presente.
Per tua informazione: i bambini respirano in questo modo, e anche tu respiri così! Probabilmente solo mentre dormi. L’allenamento del respiro profondo diaframmatico, per altro, è usato dagli attori come tecnica di concentrazione e preparazione all’uso della voce, e dai più celebri public speaker prima di salire sul palco.
Boccone n° 4 – Cosa eviti? Che vantaggi/svantaggi ti dà la tua ansia da prestazione lavorativa?
Riempirsi di ansia da prestazione lavorativa, in effetti un vantaggio lo ha. Più stai fissato nei tuoi pensieri, più eviti il presente. Quindi la domanda che ti faccio è: cosa eviti e per quale motivo?
A volte, ad esempio, caricarsi di ansie da prestazione lavorativa consente di non affrontare quello che c’è nel tuo presente: magari una attività che non hai voglia di fare, magari quella telefonata al collega che detesti, magari pensare in modo più produttivo per trovare una soluzione concreta ad un problema e così via…
Riempirsi di ansia da prestazione lavorativa consente di non agire e non correre rischi.
Agire comporta il rischio di sbagliare, sbagliare consente di imparare per le volte future. Chi non fa, non sbaglia, ma nemmeno cresce, impara e migliora.
Riempirsi di ansia da prestazione lavorativa suscita la compassione altrui: a molte persone piace essere compatite continuamente.
Svantaggi dell’ansia da prestazione lavorativa perenne? Ulcere, ipertensioni, dolori alla schiena, emicranie.
Boccone n° 5 – Quante cose sai fare bene?
Giusto per aiutarti a “sradicare” la gramigna dell’ansia da prestazione, ogni giorno, nota le cose che fai bene e che passano inosservate e dì a te stesso “bravo”.
Regalati delle ricompense per ogni cosa che fai bene secondo i tuoi criteri. Noterai che molto probabilmente sono molte di più le volte in cui fai le cose fatte bene (ai tuoi occhi e anche degli altri) e nessuno ti dice nulla, delle volte in cui magari qualcuno dal suo punto di vista ti fa notare un errore. Vedrai che “gli errori” assumeranno una valenza diversa e anche la paura di farne, in futuro, si ridimensionerà notevolmente.
Riepilogando, che fare con l’ansia da prestazione lavorativa?
1 – cambiare focus nel guardare alle cose spostandolo da fuori a dentro: più coltivi la fiducia in te stesso, più saprai affrontare l’inevitabile incertezza del mondo attingendo alle tue risorse invece che aspettare miracoli inesistenti, più resti focalizzato sul tuo concetto di fare le cose al meglio delle tue possibilità, più smetti di essere in balia del giudizio altrui sulle tue prestazioni;
2 – agire piuttosto che pensare;
3 – esercitarsi a respirare profondamente in tutte le circostanze possibili;
4 – portare l’attenzione, ogni giorno, a tutte le cose che fai bene;
5 – nel caso di errori, fare tesoro della lezione per le prossime volte.
L’unica cosa di cui disponi realmente è il tempo presente, vuoi continuare a rovinartelo per inseguire inconsistenti ansie da prestazione lavorativa per il futuro?
E se quello che hai sempre fatto non ha migliorato la tua situazione, perché non fare qualcosa di diverso?
Ti ho regalato un respiro di sollievo con questo l’articolo?
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Grazie
Federica Crudeli
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Sono tornata da pochi mesi a lavoro dopo anni passati a case per la cura e la gestione dei figli. Adesso che sono più grandicelli ho deciso di rimettermi in gioco e riprendere a lavorare, ma non pensavo che avrei auto tutta quest’ansia che mi porta anche tachicardia e mal di testa. Ho sempre paura di sbagliare, di non far bene e tutte le mattine mi sveglio con l’ansia di dover affrontare una nuova giornata di lavoro. Sto anche prendendo le gocce di valeriana come consigliato su guna per restare più tranquilla, mi stanno sicuramente aiutando ma sono consapevole di dover imparare a gestire questa cosa in modo più razionale. Grazie per questo tuo articolo, ne trarrò ispirazione.
Cara Anna in boccal lupo per la ripartenza. E uno dei modi per gestie l’ansia è scomporre le cose da fare in piccole attività e affrontarle, e vederle una alla volta. Anche io mi impegno a farlo. Con l’esercizio e la costanza aiuta a mantenere i nervi saldi! Federica
Buonasera Federica,
Articolo impressionante. I miei più sinceri complimenti.
Purtroppo da circa una settimana sono inspiegabilmente (per il mio cervello bacato) alle prese con una sensazione di ansia continua dettata dal cambio di lavoro, dopo 9 lunghissimi anni nella stessa società.
Non avrei mai pensato potesse essere così difficile a 38 anni…
Le chiedo cortesemente di consigliarmi un libro o una lettura per aiutarmi ad affrontare questa fase transitoria.
Qualunque consiglio e ben accetto.
Grazie mille.
Ciao come ti capisco ..io cambiato dopo 14 anni ed ho 45 anni sono ancora in ansia perenne ….
utile brava
grazie per l articolo.
Un dubbio, ma se fare le cose al meglio delle proprie capacità non è comunque sufficiente per svolgere l’attività con la qualità minima, che si fa?
Ciao, mi è poco chiaro chi è il valutatore in questo caso del fatto che le cose fatte al meglio siano inferiori alle aspettative minime. Secondo te o secondo chi ti valuta? Questa “conclusione” è frutto di una conversazione nella quale ti è stato esplicitamente detto che quello che dai è inferiore al minimo atteso? Se no, prima suggerirei un colloquio per comprendere la cosa. In seconda battuta se hai un capo che ti valuta “insufficiente” chiederei a lui indicazione di come avvicinarti a quello che si aspetta e farei un controllo dopo qualche tempo. Se invece le cose che chiede sono al di fuori delle tue capacità o vanno contro i tuoi valori personali …resta una soluzione sola: cercare lavoro altrove. Federica
Condivido in pieno quanto sopra scritto, per tutti i cinque punti. Prendo atto che: anche se sono consapevole di quanto sopra letto, per esperienze vissute e guerre vinte in passato, la vita talvolta ti pone in una condizione tale che ti abbatte moralmente.
Pertanto, queste pilloline di saggezza da voi scritte, rinfrescano i miei principi di base e vincenti, aiutandomi a riequilibrare il mio stato d’animo interiore.
Grazie
Anchio ho l’ansia tutti i giorni, sono in prova, il che èpeggio ancora, perché devo assolutamente essere perfetto, non sbagliare nulla, ma piccoli errori li compio, equesto non fa che aumentare l’ansia il giorno dopo.ormai non dormo più.
Ciao Federica! Grazie mille per i tuoi consigli.
Rispecchiano in pieno come mi sento io in questo momento.
Sono stata assunta da poco più di un mese al mec Donald’s e dal primo giorno ad oggi sono convinta di aver fatto passi in avanti ed essere migliorata.
Ma ci sono alcune situazioni dove magari vado ancora in panico come ad esempio se sono da sola con tanti clienti e non riesco ancora a prendere bene il ritmo è il responsabile mi “rimprovera”.
Poi ho l’impressione Che certe colleghe che mi salutano sempre con il sorriso e mi parlano tranquillamente poi durante il turno hanno da “rimproverarmi”..non con cattiveria però lo fanno più volte.
Ogni mattina quando mi sveglio ho già super attacchi di ansia e ho paura di essere ripresa ancora.
Addirittura prendo pastiglie naturali per l’ansia.
So di valere tanto che imparo ma ho sempre questa paura soprattutto i primi tempi. 🙁
Voglio scacciare via le mie paure!!
Ottimo articolo, io lavoro in tribunale, faccio il cancelliere e spesso accade che se il giorno dopo ho udienza con un determinato Giudice, mi sale l’ansia qualche giorno prima….ho anche pensato di parlarci direttamente ….seguirò con cura la parte della respirazione sperando di migliorare questo aspetto. Grazie e complimenti ancora.
Grazie Luca mi fa piacere ti sia stato utile l’articolo. La respirazione è un ottimo antidoto per abbattere l’ansia. Farla anche 10/15 minuti al giorno al mattino o la sera prima di cena aiuta a calmare. Altro modo per placarla è immaginarti qualche giorno prima il giorno dell’udienza, tutta la “scena” nei minimi dettagli con un buon esito finale attingendo alla “risorsa” che pensi ti serva per mantenere la calma. Per farlo devi riportare al momento attuale un momento passato in cui hai usato quella risorsa calmante e rivivere la scena che ti appresti a sperimentare “dal vivo” portandola nuovamente con te. In bocca al lupo per tutto! Federica
Grazie….e’un periodo complicato e ho l’ansia a mille!!
Ho trovato molto utile l’articolo e non scontato…
Buona giornata.
Grazie Francesca! In bocca al lupo!
Ho 37 anni, di cui 10, come Mirko, passati a cambiare tanti lavori, per ultimo quello che sulla carta sembra perfetto. Ma non riesco a tirarmi via quest’ansia dal fare le cose “ottimizzate”, alla perfezione, in quantità lodevoli. Le aziende ti vogliono tutti e subito operativo, formandoti poco. Faccio un lavoro che molti definirebbero “mai noioso” eppure io sono alla ricerca dell’ esatto opposto, di quello ripetitivo e rassicurante, proprio come scrive lei. Ma so già che dopo un po’ avrei bisogno di nuovi stimoli.. è un tunnel maledetto. Spero di venirne fuori al più presto
Ciao Tony… è un tunnel maledetto quello in cui senti di trovarti? Cosa ti darebbe un lavoro ripetitivo e rassicurante? Cosa invece ti “toglierebbe”? Cosa ti dà il lavoro mai noioso e stimolante che fai, e cosa “ti toglie”? Per quale motivo questa ansia di fare cose ottimizzate e alla perfezione nel tuo lavoro? Ricerchi la perfezione secondo chi? Secondo te stesso o per chi valuta la qualità del tuo lavoro? Già imparare ad accettare che possiamo sbagliare senza “auto-fustigarsi” sarebbe un grande passo in avanti e alleggerirebbe qualsiasi tipo di lavoro. Cosa ti impedisce di essere più clemente con la tua “umanità”? Federica
Ciao Federica! Davvero, complimenti per questo articolo e per le bellissime parole. Facevo qualche ricerca così sul web, e il tuo è stato il primo articolo che è venuto fuori. Ho iniziato a leggerlo, credendo si trattasse delle comuni parole e consigli su come sorpassare questo limite dell’ansia lavorativa, ma dopo poco tempo mi sono ricreduta! Parole sincere, veritiere, di aiuto. Consigli interessanti. Sono al mio primo ‘vero e proprio’ lavoro, e in molti punti del tuo articolo per sfortuna e per fortuna mi ci sono ritrovata! Spero di assimilare al meglio i tuoi consigli! E spero di poterlo presto far diventare realtà delle giornate lavorative. Grazie Federica
Grazie Debora, mi fa piacere che quanto scriva ti sia utile e mi motiva a continuare. Certo che riuscirai a farlo diventare realtà nelle tue giornate, inizia a sperimentare e con il tempo vedrai i cambiamenti! Se mi volessi aiutare a far conoscere questo blog…grazie mille in anticipo! Federica
CIAO, anche io sto avendo questi tipi di problemi, non riesco a tenere un lavoro stretto a me, dopo due o tre giorni mi sale un ansia tremenda, paura, paura di non fare le cose giuste, di essere ripreso, di dover in un futuro avere troppe responsabilità nei lavori.. molti dicono che è mancanza di voglia, ma io non credO, perchè come lascio un lavoro ne cerco un altro! Vorrei trovare quel lavoro che non mi faccia avere queste preoccupazioni, o qualcosa che me li leva del tutto. Sto continuando a lasciare lavori su lavori, e non so neanche io il motivo.
Ciao … direi che a questo punto piuttosto che continuare a cambiare un lavoro via l’altro, valga la pena andare a fondo di questa ansia e capirne i motivi. Ipotizzo che il cuore del problema sia più interno a te stesso che fuori. Prenditi del tempo, vai in un posto in cui ti senti a tuo agio, magari in mezzo alla natura e mettiti in ascolto di questa tua ansia…cosa di preciso la fa nascere? che pensieri ti fai? cosa te li scatena? Come dire, entra in contatto con questa ansia e cerca di ascoltarla più che puoi per prendere coscienza di come nasca. Poi se ti va fammi sapere cosa scopri..Federica
Grazie… grazie infinite!!! Sto piangendo come un bambino! 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Grazie Luigi..mi fa piacere far ridere le persone!
Il mondo sennò è troppo triste…
Federica
Molto interessante. Spero che nelle situazioni di ansia avrò la lucidià necessaria per applicare i tuoi ottimi consigli. Grazie.
Grazie Simone! Sicuramente avrai la lucidità che ti servirà al momento opportuno! Buona serata
Ciao anche io soffro d’ansia talmente tanta che a lavoro non riesco proprio ad andare… tra qualche giorno inizierò una nuova esperienza lavorativa e giá da oggi ho iniziato ad agitarmi … spero che il tuo articolo potrá farmi vivere al meglio questa esperienza grazie mille
Ciao Francesca, grazie della tua testimonianza.
Abbi fiducia in te stessa! Andrà sicuramente bene. Per calmare l’ansia prenditi il tempo di fare dei bei respironi la sera prima di dormire per almeno 15-20 minuti, portando l’attenzione sul tuo respiro e basta, lasciando scorrere via i pensieri. Se lo ripeti ogni sera, con il tempo la tua ansia si placherà. La focalizzazione sul respiro è uno dei modi più efficaci per allentare la tensione. In bocca al lupo.
Federica
Grazie Federica, mi sono ritrovata molto nel tuo articolo e spero di riuscire ad uscirne.
Un altro argomento correlato potrebbe essere la Sindrome dell’impostore, mi sto documentando a riguardo e, nel mio caso, credo sia la causa della mia ansia, con quella sensazione di non sentirmi mai all’altezza, che credo mi stia bloccando dall’avanzare di posizione.
Grazie Federica! Sto molto meglio! Cercherò di mettere in pratica i tuoi consigli nei momenti di bisogno! Buona domenica! Elena
Grazie, ne avevo proprio bisogno!
Devo dire molto carino e veritiero per quello che il mio statod’animo ora
Su leggono tante cavolate sul risolvere i problemi in 5 lratiche mosse, ma questo articolo é davvero carino e ben strutturato. Salvo la pagina in occasione di futuro bisogno, grazie 🙂
Grazie molte … mi fa piacere che tu lo abbia trovato utile. Mi da motivo di continuare con la stessa serietà e voglia di contribuire in modo “approfondito” alle varie difficoltà che possiamo incontrare sul lavoro. A presto!