
ASSECONDARE LA PROPRIA NATURA SU LAVORO. UNA RIFLESSIONE DAL FILM FREAKS OUT
Ciao e Bentornato/a a Lavorare col sorriso
oggi condivido una riflessione per chi sta vivendo dei momenti no sul lavoro legati ad aspettative di sviluppo professionale deluse oppure a chi sta pensando di cambiare lavoro oppure a chi sta invece pensando di cambiare vita perché non vede magari un senso nelle cose che fa tutti i giorni.
Quando non siamo contenti della nostra quotidianità lavorativa ha senso domandarci se quello che stiamo facendo per caso consenta la migliore realizzazione della nostra natura oppure no.
Se stai pensando cara grazia che ho un lavoro come darti torto.
È anche vero che non vedo per quale motivo una persona debba partire subito rinunciataria verso qualcosa che desidera o sente più consono a sé stesso.
Ferme restando le inevitabili difficoltà quotidiane che chiunque di noi affronta, è anche vero che quanto più facciamo un lavoro che si avvicina all’espressione della nostra natura, tanto più saremo portati a vivere in maniera costruttiva queste difficoltà o comunque a non farci sopraffare.
Cosa vuol dire quindi fare un lavoro che assecondi la nostra natura per evitare di vivere nella frustrazione?
Questo inverno ho visto al cinema il film Freaks Out che mi ha fatto riflettere.
Senza entrare troppo nei dettagli della trama per non rivelarla a chi non avesse ancora visto il film, ai fini di questo articolo mi limito a riportare le vicende di uno dei co-protagonisti – tale Franz – che ambisce ad una carriera militare di spicco come quella del padre e del fratello pur avendo ricevuto in dono la capacità di suonare magnificamente il pianoforte.
(Mi interessa soffermare l’attenzione solo sulla storia personale di questo Franz al di là della connotazione politica nazista che non è oggetto nè del mio interesse e neanche di discussione in questo post).
In sostanza Franz per tutto il film vive consumato dall’invidia e dal livore di voler dimostrare al fratello e al padre di poter essere un degno generale piuttosto che vivere soddisfatto e godere della capacità e del dono che ha ricevuto dalla natura.
Tradotto in linguaggio altamente accademico (sono ironica) “chi nasce tondo non può morire quadrato”.
Ma quante persone investono del tempo in riflessioni finalizzate intanto a capire se sono tonde o quadrate?
Una ristretta minoranza, nella mia esperienza.
È mediamente più facile prendere in prestito la forma geometrica o che qualcuno ci ha attaccato addosso, oppure quella che pensiamo gli altri vogliano vedere in noi. Si fa molto prima.
Salvo magari essere nati tondi (con una consapevolezza limitata) per poi spendere il resto dei propri giorni a voler diventare quadrati come Franz del film…
Ma quanto male si vive così? E quanto male si fanno vivere anche gli altri?
Perché? Che senso ha spendere i giorni a voler diventare qualcosa di diverso da quello che si è?
Quale vantaggio si ottiene diventando quadrati? L’amore o il rispetto di qualcuno? A che prezzo?
Se restassimo tondi, questo amore, questo bisogno di approvazione, riconoscimento, apprezzamento, ci sarebbe negato?
E perché ignorare con così tanta chiusura mentale quello che abbiamo ricevuto in dotazione, disprezzarlo addirittura, nelle sue sfaccettature anche positive, evitando di apprezzarne il valore che questo ha per la nostra vita?
Che senso ha spendere i giorni focalizzati sul senso di mancanza, a voler correggere quello che si è, a migliorarsi, perdendo di vista che magari si può cercare di eccellere in quello che già abbiamo?
Perché fermarsi a voler vedere tutti i vantaggi che derivano solo dal voler essere quadrato, perdendo di vista i lati positivi dell’essere tondo?
E perché fermarsi a guardare solo i lati negativi dell’essere nato tondo senza guardare invece anche ai lati negativi dell’essere quadrato?
Insomma, la vita di ognuno di noi può essere tanto migliore quanto più cerchiamo di fare del nostro meglio con quello che abbiamo.
Questo non significa abbandonare sogni e desideri, ma avere sogni/desideri sintonici/allineati con la nostra natura più profonda, non con quello che la superficie del mondo spesso richiede, o con l’idea di successo per come è comunemente definito.
Chiudendo con una frase altrettanto altamente accademica, non sempre l’erba del vicino è più verde. A volte è solo sintetica!
Se sei un giovane impiegato e vuoi fare chiarezza per capire cosa fa al caso tuo (sei tondo o quadrato? considera il mio MentorSmile Program.
Se hai più anni di anzianità aziendale nell’ambito del mio percorso “Lavora col Sorriso” tratto anche la risoluzione di problemi relativi ad aspettative di carriera (come costruirle efficacemente o come cambiare rotta efficacemente se sono deluse o come capire cosa fa al caso tuo).
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Cosa aspetti?
Buona riflessione!
Federica
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