
CATTIVI IN UFFICIO: RICONOSCERLI E DIFENDERSI!
Ciao e Bentornato/a a Lavorare col sorriso
Cattivi in ufficio?
“Per l’uomo non c’è altro inferno che la stupidità o malvagità dei suoi simili” – Marchese De Sade.
La visione buonista del mondo e delle persone che lo popolano secondo il quale il mondo pullula di persone buone che non aspettano altro che di poter mostrare e valorizzare la loro magnanimità la trovo distante dal reale.
Penso e credo che invece il mondo pulluli anche di persone cattive e/o stupide (le cronache mi sembra ne diano testimonianza) e quindi gli uffici non sono da meno. Vale tanto per gli uomini quanto per le donne.
Anzi, forse sono l’ambito in cui le dimostrazioni di cattiveria gratuita si sprecano.
Quale posto migliore per sfogare le proprie frustrazioni se non quello di approfittare di chi, di fronte alla cattiveria gratuita, resta paralizzato, inerme e la subisce?
Se poi il mix si compone di stupidità e cattiveria peggio mi sento. Ma oggi mi fermo a parlare di cattiveria e basta.
La cosa più difficile da fare è appunto distinguere i cattivi dagli altri, per potersi difendere.
Il che non sempre è banale, dal momento che soprattutto se una persona non ha in se il seme della cattiveria, e quindi è serena o soddisfatta di se stessa, oppure non vive il contesto lavorativo come una savana in cui farsi strada e sterminare i concorrenti verso la gara per il successo, o per il mantenimento del successo già acquisito, potrebbe non riconoscerla negli altri.
Dirsi “beh una condanna la hanno già dal momento che evidentemente vivono tanto male” potrebbe non bastare.
I cattivi sono di solito persone manipolatorie che fanno leva su quelle che capiscono essere le tue debolezze per controllarti, schiacciarti psicologicamente e ottenere da te quello che vogliono (tipicamente dubitare sempre di te stesso invece che della mediocrità e cattiveria di chi hai di fronte).
E lo fanno sistematicamente o per la maggior parte del tempo.
Cosa accade ad avere a che fare con i cattivi frequentemente?
Che iniziamo a dubitare del nostro valore e lasciamo che queste persone invadano dei confini emotivi che non andrebbero superati.
Ovvio che se le circostanze obbligano ad avere a che fare con questo tipo di persone, è bene che i contatti siano il più possibile circoscritti, asciutti e limitati.
Ed è importante preservare il proprio equilibrio coltivando più cose belle e soddisfacenti possibili anche extra-lavorative.
Altra cosa da evitare assolutamente invece è mostrare empatia a queste persone, o tentare di volerci entrare per forza in relazione, sentirsi apprezzati, volerci andare d’accordo.
In questo modo si presta il fianco a lasciare che alla prima occasione utile, sentendo odore di persona tanto disponibile, ne approfittino per affondare uno dei tanti colpi a tradimento che nel tempo porterebbero a minare seriamente la tua autostima.
Contrariamente a quanto si dice in molti corsi formativi, non è necessario andare d’accordo con tutti, essere gentili con tutti, mostrarsi umani con tutti.
E opportuno esserlo con chi lo è con noi.
E il mondo prolifera di cattiveria proprio perché spesso trova terreno fertile alla sua riproduzione con la complicità involontaria di chi presta il fianco a questi soggetti.
Non serve essere gentili con chi è cattivo. Bastano poche parole strettamente necessarie al contesto, pochi sorrisi, e confini segnati e ben riconoscibili.
E soprattutto prendere confidenza con le nostre debolezze.
I cattivi sono espertissimi nel fiutare su cosa possono fare leva per metterci in “minoranza”.
Per questo è importante conoscere bene noi stessi in modo da poterci proteggere.
Nel mio percorso “Lavora col Sorriso” tratto anche l’approfondimento della conoscenza dei propri limiti per poterli gestire in modo utile a te e non contro di te.
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Cosa aspetti?
Buona riflessione!
Federica
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