
EUDAIMONIA E PANDEMIA: UNA RIFLESSIONE
Ciao Bentornata/o a Lavorare col Sorriso!
È possibile “avere un buon demone” in tempo di Pandemia? Perché non trasformare il tempo di limitazioni che stiamo vivendo, se siamo fra i fortunati in salute, anche in una occasione? E soprattutto, come?
Personalmente pur essendo in salute (per ora) e considerandomi fortunata rispetto a chi sta peggio, a momenti questa situazione mi pesa.
Scrivere però ha su di me un effetto benefico ed è coerente con il mio personale senso di scopo nella vita. Il mio “buon demone”, l’eu-daimon che mi “abita”, dal greco eu- buono , daimon – demone, può trovare espressione e questo mi libera e mi alleggerisce l’anima.
Tu hai trovato la strada per far emergere il tuo “eudaimon”? Se la risposta che ti dai è no, perché non usare il tempo che le limitazioni obbligano a spendere in casa per fare una riflessione in questo senso?
Tempo fa ho sentito una intervista al filosofo Galimberti che esponeva un punto di vista che mi trova molto d’accordo: una enorme fetta di adulti vivono a proprio insaputa per 5 giorni la settimana, dannandosi e correndo per realizzare gli obiettivi dell’apparato di appartenenza, per poi fuggire nel week end, cercando di impiegare il tempo in modo da non dover stare in compagnia di se stessi”.
Nella mia esperienza di vita professionale e di counselor, lo trovo molto rispondente al vero. Sono tantissime le persone, anche di apparente “successo” che vivono trascinandosi un giorno dopo l’altro, ma senza mai aver riflettuto mezzo secondo sul senso di quello che stanno facendo.
Spesso vivendo così si diventa anche non volendo, causa di fastidio e problemi per gli altri, che potrebbero diventare vittime incidentali di modi di vivere insensati di altre persone.
Come si fa a vivere a propria insaputa?
Lavorando come ossessi di continuo, restando alla superficie delle cose, senza farsi mai troppe domande, cercando di riempire il tempo di persone, film, palestra, divertimenti, distrazioni, insomma, qualunque cosa pur di non stare soli in silenzio con se stessi, in uno spazio contemplativo.
Dato che “il tempo sospeso” che stiamo attraversando potrebbe aumentare il tempo spendibile con noi stessi, varrebbe la pena usarne una parte, invece che tentando di riempirlo in modo convulso con qualcosa, per riflettere su di sè.
Lo spazio contemplativo rivolto verso se stessi, apre la porta d’ingresso ai successi, le gioie, le soddisfazioni, ma anche ai nostri demoni, ai dolori, le sofferenze, le delusioni che immancabilmente hanno toccato la vita di ognuno di noi in modo più o meno prepotente.
La tendenza umana a voler sfuggire da tutto ciò che è meno piacevole nella vita, spesso impedisce di porsi queste domande.
Domandarsi nel silenzio: sono davvero felice? Mi piace la vita che ho fatto fino ad ora? Il mio modo abituale di spendere il tempo mi gratifica? Il mio lavoro è fonte per me di realizzazione vera?
Il rischio che si corre nell’approfondire questi temi con se stessi è tanto quello di dover fare i conti con aspetti non graditi della nostra vita, ma anche quello di rendersi magari conto che abbiamo molti motivi per essere soddisfatti di noi stessi, riconoscendoci più gioia, così come metterci in mano la scoperta di una direzione nuova da dover prendere per il nostro benessere.
Nella mia Guida “Il lavoro Giusto per te” (clicca sulla frase per andare al link), ti guido in una prima auto-riflessione passo passo sulla tua vita lavorativa.
Persone coraggiose e volenterose che la hanno letta, mi hanno scritto in privato dandomi i ritorni più disparati: c’è chi ha capito di voler cambiare degli atteggiamenti senza cambiare lavoro, chi si è reso conto di essere molto più soddisfatto del suo lavoro di quanto pensasse, chi si è reso conto di voler cambiare città, chi si è reso conto di vivere una vita che considera mediocre e di volerla quindi cambiare.
Questo potrebbe essere un buon modo di investire il tempo in questo momento, avviando un dialogo con te stesso su una parte della vita ingombrante, dato che lavorare occupa come minimo il 50% del nostro tempo da svegli per il resto della vita.
Ti auguro una buona ricerca del tuo “buon demone”!
E qualora tu abbia voglia di approfondire il tema anche da altri punti di vista ti suggerisco questi due mie articoli “Un giorno lo farò: se il tempo ti è nemico Parte I e Parte II“.
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Commenta nel box in fondo alla pagina, lasciandomi le tue riflessioni.
A risentirci fra 15 giorni con il mio prossimo articolo!
Grazie
Federica Crudeli
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