IL PERSONAL BRANDING PER DIPENDENTI SERVE?

Ciao e bentornato/a a Lavorare col Sorriso!

Il Personal Branding su LinkedIn  𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗺𝗲, 𝗱𝗼𝗽𝗼 𝟭𝟮 𝗺𝗲𝘀𝗶 𝗱𝗶 𝘂𝘁𝗶𝗹𝗶𝘇𝘇𝗼: 𝘁𝗶 𝘀𝗲𝗶 𝗮𝗳𝗳𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝗽𝗼𝗰𝗼 su LinkedIn è 𝗵𝗮𝗶 𝗹’𝗮𝗻𝘀𝗶𝗮 𝗱a “𝗳𝗹𝗼𝗽 𝘃𝗼𝗶𝗰𝗲”? 𝗤𝘂𝗮𝗹𝗶 “𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗲” 𝘀𝗲𝗴𝘂𝗶𝗿𝗲 𝗳𝗿𝗮 𝗹𝗲 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝘁𝗲 𝗱𝗮𝗴𝗹𝗶 𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶? 𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵é 𝘀𝗲 𝘀𝗲𝗶 𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗵𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝘀𝗮𝗿𝗹𝗼? 𝗜𝗻 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗮𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝘁𝗶𝘃𝗲 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 (𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗳𝗿𝗲𝗲 𝗹𝗮𝗻𝗰𝗲)? 𝗔𝗹𝗰𝘂𝗻𝗲 𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝘁𝗲𝗻𝘇𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝘂𝘀𝗼 𝗲 𝘀𝘂𝗴𝗴𝗲𝗿𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗻𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗼 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗶𝗼 𝘀𝘂 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗮𝗽𝗽𝗿𝗼𝗰𝗰𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹.

È ormai quasi un anno che frequento questo social più assiduamente, più precisamente da quando ho cessato i panni da dipendente (20 anni di azienda) per passare a quelli di libera professionista, e dopo averlo pressoché quasi sempre ignorato per 10 anni, ossia da quando esiste.

Oggi, con l’ironia che mi connota – perché si può essere seri e professionali senza essere per forza seriosi, vero?- e spirito indagatore/osservatore da ex revisore, vorrei tirare la somma delle regole che ho rilevato spesso fra disparati esperti per aiutarti a capire quali seguire.

Continua a leggere la Parte I  QUI.

Personal Branding Parte II

Perché se sei dipendente ha senso pensare di usarle #linkedin per fare #personalbranding? In che modo usarlo e con quali aspettative realistiche, che tu sia dipendente o free lance?

Puoi proseguire QUI con la Parte II

Personal Branding Parte III

La comunicazione social, essendo più rapida e immediata, può indurre a sotto-stimare le azioni che compiamo: una richiesta di contatto, un commento, una citazione, vengono più facili e immediati.

Ma potrebbero essere prematuri e/o non graditi e/o non opportuni o erroneamente mal formulati.

Qualche errore, in buona fede, l’ho commesso pure io.

Alla fine, cosa è che può funzionare, dal mio punto di vista?

Prosegui QUI con la Parte III.

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Ciao!
Federica