
UN GIORNO LO FARÒ: IL TEMPO TI È NEMICO ? Parte I
Ciao e Benvenuto a Lavorare col Sorriso!
Come sei messo con la gestione del tempo? Il tempo non ti basta mai? Scopri cosa è “il tempo dei tempi” se vuoi avere a disposizione più tempo, vuoi che il tuo tempo sia fatto di serenità, entusiasmo, passione, vuoi che sia speso a fare cose che ti piacciono con persone che apprezzi e vuoi imparare a gestire efficacemente il tuo tempo rendendolo un tempo di qualità e valore! Leggi questo articolo e scoprirai cosa è!
[Tweet ““Immaginati vecchio, in punto di morte, pieno di rimpianti e di rimorsi.” – cit. A. De Carlo”]
Questa citazione ha molto a che vedere con la gestione del tempo, è tratta da un libro che ho adorato leggere, “Due di due” di A. De Carlo, e ha sorvolato i miei pensieri per 15 anni, fino a quando non è atterrata nella mia mente e ci si è stabilita in modo stabile. Da quel momento sono cambiate tante cose. In meglio.
Cosa voglio dire? Nell’articolo “Come gestisci i tuoi 8 tempi negli 86.400 secondi di ogni giorno” ti ho parlato dell’importanza della gestione del tempo e dello stress.
Dopo aver sentito di recente l’affermazione “il tempo non basta mai”, abbastanza comune, ho deciso di scrivere questo articolo sulla gestione del tempo, partendo da un presupposto diverso.
E nel farlo ti racconto un mio segreto!
Potrei mettermi qui a scrivere tecniche che ho appreso e che uso per la gestione del tempo in modo efficace e che in effetti, se applicate, funzionano.
E ammetto anche che in passato, ho lasciato che trascorresse molto tempo, troppo tempo, fra la lettura di un concetto e la sua applicazione… perché applicarsi comporta fatica e senso di responsabilità, mentre lasciare che le cose vadano un po’ a caso è sempre un buon modo per alleggerirsi distribuendo colpe “a destra e a manca” o al famigerato “destino”.
Sono sempre stata una procrastinatrice incallita con un concetto della gestione del tempo, a volte, un po’ tanto diluito.
Il “poi lo farò” è stato per anni il mio amico immaginario a colazione, pranzo, cena, dopocena, in vacanza. Sapete perché? Perché io, e con me scommetto molti altri esseri umani, in realtà abbiamo una paura mostruosa di capire che certe cose funzionano davvero se applicate, perché significa fare i conti con il concetto “io posso”, e fare i conti con questo concetto significa che la responsabilità di fare cose nella vita è solo e soltanto nelle nostre mani, con i venti a favore o contro.
Abbiamo fatto delle conversazioni luuuuuunghe lunghe inimmaginabili io e il “poi lo farò”. Fino a quando un giorno, molto prepotentemente il “se non ora, quando?” ha soppiantato il “poi lo farò”.
Ci ha pensato la vita a operare questo processo di subentro con dei messaggi inequivocabili a chiare lettere e ha preso “il poi lo farò” per un braccio e lo ha messo all’angolo delle stanze della mia mente.
Devo ringraziare il “se non ora quando” se ho aperto questo blog. Non avrò una seconda vita per fare una delle cose che amo e per realizzare un sogno: ossia scrivere.
Adesso il “se non ora quando” e il “poi lo farò” convivono nella mia testa, fanno ancora a pugni ogni tanto, ma hanno capito che è utile per me che co-esistano. Il “poi lo farò” adesso prende il sopravvento per rimandare questioni poco importanti o quando rischio di tirare troppo la corda e vuole farmi riposare il corpo e la mente.
Quindi per oggi, azzardo e vado oltre al semplice parlarti delle tecniche per la gestione del tempo perché so che quanto leggerai ti porterà a rivedere il tuo concetto di tempo.
E solo dopo questo “reframing” avrà senso parlare di tecniche efficaci di gestione del tempo e dello stress.
Per usare una metafora: pensi abbia senso capire come si usa il cambio automatico della tua macchina, se ancora non hai capito bene quale direzione vuoi che segua la tua macchina e quindi nemmeno come distribuire il tempo che ti serve per arrivare alla meta?
Prendi del tempo per te. Non fare come me, che ne ho fatto passare molto fra la lettura di questo consiglio e il momento della messa in pratica (e mi “mangio i gomiti” ancora adesso per questa indolenza stupida).
Mettiti da solo in silenzio in una stanza e prendi questo esercizio molto sul serio. E’ potentissimo.
Immagina di essere ad un funerale: IL TUO! Sei … morto!
Immagina per filo e per segno chi ci sarà e cosa vorresti che dicessero di te, famigliari, amici, colleghi e le principali cerchie di cui fai parte.
Come vorresti essere ricordato? Scrivi a penna tutto quello che immagini e che vorresti che le persone presenti al tuo funerale dicessero di te: chi vorresti essere stato, cosa vorresti aver realizzato, per cosa vorresti essere ricordato? Osa per favore con l’immaginazione.
Ti stai domandando che senso ha farlo? Ha il senso che in media nella vita tutti noi calchiamo le scene del palcoscenico secondo un copione che a volte abbiamo scelto molto consapevolmente, a volte invece è un “introietto” delle aspettative di: famiglia, chiesa, scuola, società in generale.
Mi sembra inutile dirlo, ma lo dico comunque, che siamo nati nell’era dell’apparenza con tutto quello che ne consegue. Qui adesso ti stai ritagliando da solo l’opportunità e la libertà di immaginarti dentro la vita che TU hai voluto per te. Magari coincide del tutto o in parte con quella che stai vivendo, magari no.
Tutto quello che viviamo, lo costruiamo sempre due volte: la prima nella testa, la seconda nei i fatti.
Quello che vivi adesso infatti, anche se non lo sai, è frutto, a sua volta, di quello che ti sei costruito nella mente prima, solo che non sempre questa creazione mentale è avvenuta consapevolmente.
Adesso invece, questo esercizio ti mette in condizione, se prima non è stato così, di fare la tua costruzione mentale consapevole.
Ed ha molto a che fare con la stessa differenza che esiste fra la leadership e il management: nel primo caso si stabilisce una direzione, nel secondo si gestisce un percorso efficace verso una meta.
Bene. Fatto l’esercizio? Quello che hai scritto ha molto a che fare con la tua mission o scopo nella vita: chi vuoi essere là fuori, con che carattere vuoi manifestarti nel mondo, cosa vuoi realizzare, quali contributi vuoi lasciare.
Per perfezionare questo esercizio e dare valore al tuo passato, (soprattutto qualora il tuo senso di “scopo” evidenzi una distanza sostanziale fra quello che vivi e quello che vorresti vivere in questo momento presente e per il futuro), puoi fare anche un’altra cosa…
Ripensa al tuo passato ricercando tutti i momenti che ricordi come belli o felici. Segnali con calma e guardali: uniti a quello che hai scritto sul tuo funerale hanno qualcosa in comune?
Terminata questa riflessione è tempo di sintetizzarla in un dichiarazione di intenti con te stesso, inquadrandola nella prospettiva che ti restano 365 giorni prima di passare all’altra vita.
Essendo io una amante della corrente pittorica futurista l’ho ribattezzata “Manifesto Futurista” anziché Elogio Funebre come vorrebbe la fonte letteraria da cui è tratto l’esercizio (Le 7 regole del successo di S. Covey”).
Puoi declinarla poi rispetto ai vari ambiti della vita: chi vorresti essere, cosa vorresti realizzare, che contributi vorresti aver dato, cominciando dalla fine, e considerando che ti restano 365 giorni di vita, sul lavoro, in famiglia, con gli amici e così via?
La gestione del tempo come si inquadra in questo discorso? Beh credo che adesso che ti sei costruito una immagine della vita che vuoi per te per filo e per segno, che hai chiarito chi vorrai essere, cosa vorrai aver fatto, con la tua “mission” per realizzarla, hai da impiegare e gestire il tempo secondo il grado di importanza che ne consegue, e ti guiderò a metterlo a punto.
Questa riflessione non finisce qua, ma per il momento, visto che ho sperimentato la potenza di questo esercizio fatto da sola in un luogo e momento scelti per essere concentratissima con l’immaginazione, il corpo, le emozioni, i suoni, i colori, per fare questa visualizzazione, direi che preferisco fermarmi e lasciarti “a decantare” con quanto sarà emerso.
Se invece hai difficoltà a fare l’esercizio stai tranquillo. E’ possibile, soprattutto se non sei abituato, trovare difficili queste visualizzazioni guidate. O magari ti arrivano troppi stimoli tutti in una volta. Stai sereno. L’ordine fra tanto caos arriverà da solo. Basta darsi tempo.
Torniamo alla metafora della macchina, che ho preso in prestito da uno psicoterapeuta che conosco:
- oggi ci siamo occupati di identificare la direzione che vuole seguire la macchina, e ha senso occuparsi della gestione del tempo di viaggio una volta che la meta diventa se non chiarissima da subito, almeno delineata, visto che il concetto di tempo è si oggettivo nel suo scorrere, ma anche molto relativo nella soggettività del viverlo;
- nel prossimo articolo mi occuperò dell’assetto della macchina: capisci bene che una macchina “scarcassata e non manutenuta” farà fatica a percorrere qualsiasi strada e perderà un sacco di tempo;
- dopo ancora, una volta capito come sistemare l’assetto della macchina perché abbia quanto sufficiente e necessario per funzionare (a questo proposito sono comunque utili tutti gli articoli della categoria padronanza e gestione di sè), potremo interessarci delle tecniche vere e proprie di gestione del tempo, per migliorare le prestazioni del motore,
- e poi potremo persino interessarci delle condizioni meteo e stradali del mondo là fuori (e a questo proposito gli articoli della categoria Rapporti Lavorativi hanno a che fare con lo sviluppo di queste skills).
Ti ho parlato della gestione del tempo partendo da un presupposto insolito che però è “il tempo dei tempi”, cioè del senso che acquisisce il tempo in funzione di qualcosa di ben preciso come il tuo “senso di scopo” nella vita.
Adesso che hai realizzato quale scopo sostiene la tua vita, quanto tempo stimi di avere buttato via dietro a cose senza senso?
E quanto pensi da oggi in poi di investirlo in cose che hanno senso per te?
Condividi l’articolo sui social se ti è piaciuto!
Se ti iscrivi alla Newsletter di Lavorare col Sorriso sei sicuro di non perderti la continuazione di questa utilissima riflessione!
Iscriviti alla newsletter:
Fammi sapere quali riflessioni hai fatto commentando nel box in fondo alla pagina
Grazie, a presto!
Federica Crudeli
Ps= in questo articolo sono presenti link di affiliazione Amazon