
VAMPIRI EMOTIVI IN UFFICIO: RICONOSCERLI E DIFENDERSI!
Ciao e Bentornato a Lavorare col Sorriso!
Oggi ti parlo di come riconoscere e difenderti senza sensi di colpa da una categoria di colleghi pericolosi per la tua salute mentale: i vampiri emotivi!
[Tweet ““Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”– cit. popolare“].Che caratteristiche hanno i vampiri emotivi?
Possono manifestarsi in molti modi diversi, secondo differenti stili caratteriali, ma li accomuna il fatto che dopo esserti rapportato con loro e relativo set di lamenti, ti senti “sfatto” e privato delle tue energie, pieno di negatività, mentre loro fanno nulla per modificare la situazione di cui si lamentano, e sono normalmente vestiti da vittime predestinate di qualche accanimento che la vita ha avuto verso di loro.
Il meccanismo diabolico che attivano i colleghi vampiri emotivi è il seguente:
- il vampiro emotivo, che normalmente è l’artefice primo (o in derivata seconda per l’incapacità di reagire ad eventi negativi della vita) di tutte le sue sfighe, si lamenta di continuo in modo ossessivo e ripetitivo per qualsivoglia motivo lavorativo e non;
- “finge” (spesso inconsciamente) di volere aiuto da parte tua, sfogandosi, chiedendoti pareri e consigli e tu in buona fede gli fornisci aiuto/supporto/ascolto;
- lui frustra o demolisce in modo implacabile qualsiasi tuo tentativo di aiuto/supporto o di ampliargli il suo punto di vista, vanificandolo o facendo comunque di testa sua e instillandoti pure il senso di colpa in modo sottile e velato per una tua presunta incapacità di essergli di aiuto;
- Unitamente a ciò ti lusinga, a momenti, facendoti credere che lui a te ci tiene e si interessa della tua vita. In realtà lo fa solo in vista di un tornaconto prelibato: risucchiarti l’anima.
Spesso (non sempre) sono persone molto cognitive e intelligenti, e usano la dialettica per “intortarti” in modo manipolatorio.
Le riposte tipiche da parte di chi è affetto da vampirismo ai tuoi consigli/aiuti/punti di vista sono ad esempio:
“ eh no, ma nel mio caso è diverso, tu non mi capisci …”
“no tu la fai facile, quello che vale per te non può valere per tutti …”
“io non ce la farò mai …”
“il mondo è pieno di gente insensibile ed egoista, nessuno mi capisce”
“va beh, ho capito, per me non puoi fare nulla, lasciamo perdere …”
Vorrai mica togliergli il primato di vittima mondiale del lamento parassita? Almeno quello in cui è campione, lasciaglielo fare indisturbato!!!
Spesso sono persone che appaiono e si “vendono” come vittime, senza rendersi conto che la causa principale delle situazioni di cui si lamentano solo loro stesse, e che a loro volta diventano carnefici dei malcapitati di turno che in buona fede pensano anche di poterli aiutare.
Per capirci, un vampiro emotivo è uno che se hai avuto un lutto in famiglia, non perderà l’occasione di stare zitto lamentandosi di quanto sia difficile la sua vita per i 40 minuti di macchina che fa ogni mattina.
Per lui i suoi 40 minuti di macchina sono enormemente più importanti del tuo lutto.
Per lui tu hai tutte le fortune del mondo, tutte le capacità del mondo, tutto ti piove in testa “a gratis”.
Per lui invece no, lui che ha contro tutto l’Olimpo e gli Dei di qualsiasi religione inventata… si “ritrova” inspiegabilmente deluso da capi, colleghi, amici, dal lavoro in generale, dai parenti lontani e stretti, insomma è l’incompreso per antonomasia.
Nel mio precedente articolo ti ho parlato dei pensieri negativi, di quanto siano veleni e di come, in alcuni casi, siano sintomo di un disagio ben più profondo di un semplice momento di difficoltà o di un atteggiamento mentale negativo ma modificabile: il vampiro emotivo è immutabile. E’ attaccato alla sua negatività come una cozza sempiterna su uno scoglio.
Come riconoscere facilmente un collega vampiro emotivo prima che ti succhi tutte le energie che hai in circolazione?
Ascolta le parole che usa per lamentarsi e osserva nel tempo di cosa si lamenta: ogni pretesto è buono per lamentarsi di qualunque cosa o di qualunque aspetto di una singola cosa? Si lamenta del tempo (se è bello perché fa troppo caldo, se è brutto perché è brutto), dei colleghi che sono tutti antipatici e ce l’hanno con lui/lei, degli amici che sono deludenti, dell’unghia del mignolo scheggiata e altre amenità di ogni genere …
Tende a vedere sempre e solo il lato negativo di tutto ciò che lo circonda?
Demolisce qualsiasi punto di vista diverso che gli offri, nel tentativo altruista di ampliare la sua visione “ristretta” delle cose e fargli apprezzare gli aspetti positivi di cui potrebbe godere in una data situazione?
Argomenta con pretesti o scuse i motivi per i quali tutto quanto gli dici è inutile, per restare di fatto fermo nel suo status quo e giustificare il suo “immobilismo”?
Quando parla di se si auto-demolisce come calimero, cercando di suscitare compassione? (” ma io non sarò mai come te … , ma io non sono capace … , ma io non riesco/posso … etc etc etc?)
Cosa fa il vampiro a fronte delle cose di cui si lamenta e che è in suo potere cambiare? Se sono cose da lui gestibili, si adopera per cambiarle o lascia tutto andare alla deriva?
Chi sono i suoi amici? Ne ha? Da quanto tempo? Se li conosci cosa dicono di lui?
Che percezione ne hanno i colleghi che lo conoscono da più tempo?
Che rapporti ha con i famigliari?
Noti che si è fatto “terra bruciata” attorno?
Chi sono le vittime preferite dei vampiri emotivi?
Normalmente i vampiri emotivi si “attaccano” alla categoria di persone che più facilmente prestano il fianco a questi soggetti: chi è empatico,sensibile, altruista e volenteroso di supportare il prossimo (sanamente equilibrato) in difficoltà.
Dove sta la fregatura per te?
La fregatura sta nel fatto che queste persone non possono essere aiutate proprio da nessuno (eccetto che da uno psicoterapeuta di solito), perché loro per prime nè riconoscono di essere le artifici del lago di miseria in cui vivono, nè hanno alcuna intenzione di cambiare.
Aspettano solo, in modo molto infantile, che qualcuno si faccia interamente carico a livello affettivo/energetico/cognitivo/pratico della loro situazione, in un rapporto egoisticamente totalizzante, senza fare alcuno sforzo e ricorrendo al ricatto emotivo.
Ti fanno girare a vuoto come un criceto su una ruota. Tu spendi energie, parole, affetto, tempo. Loro restano immobili in attesa di non si sa quale miracolo.
I motivi alla base di comportamenti simili possono essere numerosi, sono spesso radicati nell’infanzia, e hanno la loro ragione di esistere.
Qui non entriamo nel merito delle possibili cause di un comportamento simile, quanto nella possibilità di riconoscere prima possibile queste persone e stabilire dei confini non superabili, o averci a che fare il minimo indispensabile, onde evitare che un rapporto di “vicinanza forzata” si trasformi in una specie di incubo a cielo aperto.
Perché è indispensabile evitare i vampiri emotivi in ufficio (e anche fuori)?
Perché ci passi molte ore e le tue energie mentali è giusto siano rivolte a spendere parole o fare cose “produttive” per te stesso e la tua organizzazione, non per tentare di “salvare” l’insalvabile.
Qualunque cosa dirai o farai, apparentemente sortirà un qualche effetto positivo, spesso del tutto effimero e temporaneo: il vampiro cambierà atteggiamento, o farà cose diverse, o prometterà di farle, per tornare poi esattamente come prima nel giro di poco.
Più spesso le energie spese per queste persone saranno del tutto buttate via. Evitale, stanne alla larga, difenditi, non dargli corda, non spendere parole per argomentare punti di visti diversi per aiutarli.
Dargli corda poi, oltre a “sfinire” te, non è utile neanche per loro, che, fin quando troveranno vittime a cui succhiare energie, si sentiranno legittimati o sollevati dal prendersi le responsabilità che ognuno di noi dovrebbe avere riguardo a se stesso, a quello che ha fatto, a quello che ha seminato e a quello che sceglie di fare della sua vita.
Spesso di fatti, queste persone hanno bisogno di un aiuto/sostegno/supporto psicologico ben diverso dalla semplice vicinanza amicale. Ma se loro per primi non intendono nè riconoscere a ste stessi, nè uscire dalla spirale malsana in cui sono “incastrati” adoperandosi fattivamente e concretamente chiedendo aiuto a qualcuno che lo faccia per mestiere, tanto meno avrai qualche potere tu, se non del tutto palliativo come potrebbe essere una borsa per il ghiaccio per una persona che si è frantumata un ginocchio.
Ognuno di noi è quello che sceglie di essere.
Una persona che vive un malessere profondo e che vuole davvero cambiare qualcosa e da sola non riesce, ammette di avere un problema e si fa aiutare da qualcuno competente, non pretende che altri sacrifichino energie e tempo per qualcosa di più grande di loro e fuori dalla loro portata.
E che è fuori dalla portata altrui è certo e risiede nel fatto che, se negli anni, fossero bastati l’ascolto e i consigli degli altri, amici/colleghi/parenti/famigliari oggi, un vampiro emotivo, non sarebbe più tale.
I vampiri emotivi sono pericolosi per te sia in ufficio che nella vita fuori.
Queste persone sono molto brave a “comprare” il prossimo a suon di lusinghe, premure, manifestazioni di interesse che accarezzano l’ego.
Sono come il suono delle sirene Scilla e Cariddi. Se poi magari tu stai a tua volta attraversando un momento di debolezza/difficoltà e hai bisogno di sentirti importante, ancora peggio…restare invischiati in queste “dinamiche malate” è un momento, e ritrovarsi portatori di croci di altri è un lampo.
Vero è che una via di uscita esiste sempre… ma per la propria salvaguardia sarebbe meglio non doverla mai cercare, perdendo tempo e sprecando energie inutilmente.
Sia chiaro: non sto nè giudicando, nè criticando i vampiri emotivi per quello che sono, nè mettendo in dubbio che la vita possa portare ad adottare atteggiamenti simili. Anzi, se per caso ti riconoscessi in questa descrizione, ti consiglio vivamente di accettarti e chiedere aiuto a qualcuno che possa farlo secondo un protocollo medico.
Certo, il percorso per uscire dal vampirismo comporta impegno, tempo e la voglia di mettersi in discussione. Che ti piaccia o no, nè hai messa tanta di energia e voglia per costruire una percezione del mondo attorno a te ostile nel tempo.
Altrettanto tempo ed energia li puoi investire per costruire per te stesso qualcosa di migliore!
Se invece ti senti “invischiato” in una dinamica simile, prendi le giuste precauzioni e tutele per te stesso!
Se hai un innato istinto a fare la “croce rossa” (più tipico delle donne) e a sentirti in colpa, ti invito a pensare a quello che sei, a quello che fai, alla fatica/impegno/energia che metti nella tua vita per essere una persona migliore. Neanche a te la vita regala nulla. E come lo fai tu, può farlo anche il vampiro emotivo!
Fra 2 settimane, nel prossimo articolo, proseguirò la riflessione su altre tipologie di pensieri negativi (o forse sarebbe meglio dire atteggiamenti mentali) che avvelenano la mente.
Condividi l’articolo sui social se ti è piaciuto!
Iscriviti alla Newsletter di Lavorare col Sorriso per ricevere i miei nuovi articoli appena saranno pubblicati!
Iscriviti alla newsletter:
Commenta nel box in fondo alla pagina, lasciandomi le tue riflessioni.
Grazie
Federica Crudeli
Related Posts
CONFLITTI SUL POSTO DI LAVORO: LI RISOLVI O CERCHI COLPEVOLI?
Ciao e Benvenuto a Lavorare col Sorriso! Che tu sia uomo o donna, sei solito...
CONFLITTI FRA COLLEGHI E CON I CAPI: QUANDO COMUNICARE EFFICACEMENTE NON BASTA
Rapporti con capi e colleghi: quando comunicare efficacemente non basta
Presente, ne ho una in ufficio. Ingestibile. Insfangabile. Alla fine ne ho parlato con il mio responsabile. L’unica soluzione che vedo è che venga spostata in un altro ufficio. Sono persone con cui non è possibile stare insieme. Purtroppo in ufficio non ti scegli i colleghi, e se te ne capita uno così, te lo pigli. All’inizio cerchi ingenuamente di capire e di aiutare, così resti invischiato e ti distruggono. La cosa che mi fa più schifo sono i capi che permettono queste cose per anni. Nelle aziende non c’è veramente più religione se si permettono comportamenti del genere, eppure ciò avviene continuamente.