
YES MAN, YES WE CAN!
Ciao Bentornato a Lavorare col Sorriso!
Dicesi YES MAN persona dotata di spina dorsale elastica come il cordone per fare il Bungee Jumping, significativamente propensa a dire si a qualsivoglia proposta, soprattutto se proveniente da persona di rango gerarchico superiore in azienda, e propensa a prendere posizioni e/o decisioni tanto quanto Oblomov (notoriamente pigro) è incline ad alzarsi dal letto o divano.
Lo Yes Man sotto il tappeto non ci mette solo i batuffoli di polvere, ma facciamo pure anche tutti i granelli di sabbia del Sahara.
Lo Yes Man di fronte a conflitti manifesti per un oggetto del contendere spinoso e delicato, si defila trasparente come il plexigas e lascia decantare per anni i problemi come si fa con il vino: prima o poi qualcuno lo berrà, oppure evaporerà per auto-dissolvenza oppure resterà semplicemente a prendere aria.
Perché gli YES MAN sono tanto amati? E spesso fanno “carriera”? (Dimenticavo… vale anche per le YES WOMAN che dir si voglia, per par condicio … prima che si scateni una guerra sulla parità di genere che va tanto di moda … mi scuso per la divagazione…)
Dicevo …
I mondi aziendali tracimano di YES MAN, YES WE CAN. Perché?
Forse perchè per tanti YES MAN nel mondo ci sono altrettante persone il cui EGO bulimico ha bisogno di essere rimpinguato frequentemente attraverso continue conferme e rassicurazioni.
Esistono coloro che amano essere adulati come fossero divinità greche, talvolta però senza assomigliare neanche da lontano ai bronzi di Riace (ma magari più ai Bonzi del ROACE), e amano le genuflessioni mentali di chiunque.
Le persone che sanno attribuirsi un valore indipendentemente dal “successo esterno” che riscuotono, o dalle continue conferme che hanno bisogno di ricevere, probabilmente sono una minoranza.
Sentirsi dire sempre si è la riprova sociale che si ha ragione, che si sta facendo bene, e se si sta facendo bene significa che il posto/ruolo ricoperto, lo è a ragion veduta e meritato.
Poi forse è una questione di potere: avanzare richieste e sentirsi dire si, significa ottenere una riprova della propria capacità di influenzare il prossimo. Lusingante.
La domanda che pongo è: che valore ha un SI detto da una persona che lo direbbe a chiunque e che lo direbbe in qualunque circostanza?
E quanto l’ambizioso Deo (o Dea) greco avido di YES si ferma a riflettere sul valore di quel SI?
Le aziende, come le persone, per crescere realmente hanno bisogno di sfidarsi, di misurarsi con punti di vista diversi e la capacità di sviluppare e mantenere un pensiero critico.
La tendenza diffusa di volersi circondare di YES MAN invece è deleteria e sintomo di miopia manageriale: modi di pensare stereotipati non possono che contribuire ad affossare la creatività o lo sviluppo di nuove idee e, in ultima analisi sul lungo periodo, anche la sopravvivenza di una impresa.
E in questo mondo, in cui il cambiamento avviene alla velocità della luce, restare avvinghiati come mitili ignoti sugli scogli ai soliti modi di fare e pensare, rischia di minare la possibilità di gestire i cambiamenti per tempo.
Attenzione, con questo non penso neanche che sia sensato lasciare troppo spazio ai martelli pneumatici che hanno la residenza nella valle del lamento per definizione: quelli che al contrario, hanno sempre qualcosa da criticare compreso ad esempio che il 5° scalino della terza rampa delle scale di emergenza ha una fossa che rischia di mettere a serio repentaglio la loro vita …
Dipende dalle situazioni e, in funzione di quelle, hanno senso alcuni comportamenti e non altri.
Non sto dicendo che se mi chiedono di fare 20 fotocopie, siccome non svolgo un lavoro di segreteria, allora aizzo la ribellione dei fogli A4 contro gli A3 che si sentono trascurati, o che se mi viene richiesto di passare know how ad una persona nuova pretendo l’autorizzazione formale in carta bollata papale dal più titolato di turno per non sentirmi declassato, o se si rompe la macchinetta del caffè avvio una rivoluzione sindacale adunando tutti i chicchi di caffè partendo dal Brasile (perché esistono anche queste persone in realtà…)
E non sto neanche dicendo che tutti tutti i problemi debbano necessariamente esser canalizzati verso i capi di turno senza neanche fare il tentativo di risolverli, come ad esempio:
– lamentarsi che il collega di scrivania si taglia le unghie mentre lavora facendole schizzare in aria come proiettili
– o arriva la mattina alle 7 che sembra l’abbiano fritto nella pastella e questa cosa ti fa molto trattoria Rosetta,
– oppure del collega che pur sedendo a 4 scrivanie dalla tua, invece che parlarti ti scrive 100 mail al giorno neanche lavorasse per la CIA al punto che il tuo pc ormai in preda alla nausea le auto-cestina.
Queste sono situazioni spiacevoli risolvibili con un para-proiettili, un profumo, le parole (forse).
Sto dicendo invece che persone che, nell’ambito delle loro responsabilità, adempiono ai loro “doveri” prevalentemente dicendo SI a chiunque e qualunque situazione da affrontare, forse è il caso di smettere di considerarli come esempi positivi da seguire e aiutarli ad indirizzarci tutti quanti verso un modo di fare diverso.
E qui mi rivolgo in particolare a tutti coloro che danno spazio a queste persone perchè hanno un bisogno maniacale di sperimentare la gratificazione immediata che consegue al sentirsi dire SI.
Quali sono i motivi che inducono gli YES MAN a dire sempre SI?
-A volte semplicemente la “furbizia”, hanno capito che con qualcuno paga e lo fanno;
– altre volte sono persone che sopperiscono alla mancanza di coraggio nell’esprimere posizioni decise sostituendolo con la gentilezza profusa a volontà (che diventa stucchevole quanto un barattolo intero di miele mangiato in 4 minuti) e una specie di finta cura/interesse nei riguardi dell’altrui umanità che ha il solo fine di rendersi “amabili” in questo modo, peccando in tutto il resto;
– altre volte sono persone che hanno un bisogno talmente alto di accettazione e una fobia per i conflitti che proprio non gli riesce di dire NO a nessuno.
Ma quale “danno” possono fare questo tipo di persone, oltre che non contribuire fattivamente con un pensiero “critico” alle dinamiche aziendali? Rischiano di fomentare conflitti, demotivazione, inefficienze.
Un po’ come se tu dessi la disponibilità al tuo collega A per fare la tal cosa, e nello stesso tempo, ricevessi la richiesta di B per fare l’esatto contrario e dicessi si anche a lui.
Quantomeno A e B resterebbero spiazzati, magari discuterebbero pure, solo per la tua incapacità di scontentare l’uno o l’altro.
Se poi lo YES MAN è pure un capo a cui sono affidate le persone, immagina sulle lunghe distanze quanta stima potrà mai riscuotere uno che nella sua posizione non prende mai una decisione per non scontentare nessuno, finendo in conclusione per scontentare tutti.
Gli YES MAN sono pericolosi, sono quelle stesse persone che in preda alla mancanza di spirito critico o all’incapacità di metterlo in pratica, contribuiscono al dilagare della logica del quieto vivere e del pensare, si, ma solo come dicono gli altri che contano…
Chiudo immaginandomi un dialogo semi-serio fra uno YES MAN e poniamo un capo A che abbia voglia di divertirsi un po’ con questa dinamica …
YM – Ciao, ho letto l’articolo sugli YES MAN .. tu l’hai letto? Che te ne sembra?
A – Beh … mi sembra un pò esagerato quello che dice la tizia lì … Io tutti questi Yes Man in giro non li vedo.
YM – Eh si, anche per me … forse un po’ troppo estremizzato, vero?
A – Si, anche se tutto sommato mi sta simpatica.
YM _ Si, si quello si, sicuramente simpatica.
A – Penso dica anche cose vere in realtà eh …
YM – Si, si certamente, quello si, sono cose condivisibili …
A – Oddio, leggere questa cosa appena sveglio mi ha anche un po’ divertito.
YM – Un po’ anche me sai?
A – Eh si dai, usa delle metafore che sono buffe. Che poi, esagerato dai, direi che ha detto le cose come accadono spesso, no? Siamo circondati da Yes Man
YM – Si, si in effetti pensandoci bene, siamo invasi.
A – penso che andrò a bermi un caffè al curry. Buono sai? Vieni che te lo offro!
YM – Si si, ma davvero? Non sapevo che esistesse … mi fido, ma si può bere davvero?
A – Yes Man, Yes we can!
🙂 🙂 🙂
Fine di questa tragicomica storia.
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Federica
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😂😂😂 i tuoi articoli sono sempre super, tremendamente veri perché riflettono la realtà aziendale italiana… 👏👏👏
Cara Alberta….che dire…almeno riderci sopra è sempre possibile… Federica